GUERRIGLIA MARKETING
Come la maggior parte della terminologia del marketing ha radici in ambito politico-militare.
Guerriglia: tattica di lotta armata condotta da piccole formazioni irregolari contro un esercito regolare, che si sviluppa con attacchi brevi e improvvisi.
Mao Tse Tung, esperto di questa forma di guerra, parlava della guerriglia come “l’arte di fiaccare il nemico con mille piccole punture di spillo”. Altra sua affermazioni ” Se il nemico avanza, ritirati, se il nemico si ferma, disturbalo,se il nemico è stanco, attaccalo, se il nemico si ritira, inseguilo”
Il primo a parlare di guerriglia applicata al marketing fu Jay Conrad Levinson nel 1982. Questa la sua definizione “insieme di attività miranti a raggiungere obiettivi convenzionali, come ad esmpio i volumi di vendita, la profittabilità, il successo, reallizate con metodi non convenzionali, investendo energie anzichè denaro”
“Il Marketing di Guerriglia è l’arte di ottenere il massimo dei risultati con il minimo degli investimeti, e come nella guerriglia non si hanno tante regole da risettare perchè l’obiettivo e l’azione vengono prima di tutto. Il marketing di Guerriglia sa di non potersi permettere di chiedere il permesso prima di iniziare a parlare con un possibile cliente (permission marketing) perchè i carri armati degli eserciti regolari sono dietro l’angolo e, se perdi troppo tempo nei preliminari, quelli iniziano a fare fuoco a cannonate. Il marketing di guerriglia conosce i meccanismi memetici di diffusione delle informazioni (viral marketing) e ne tiene conto nella costruzione delle notizie, ma conosce anche il ruolo centrale che in questo processo ancora giocano i mezzi di comunicazione tradizionali. (Andrea Natella http://www.guerrigliamarketing.it/)